di Maria Chiara Mascia

Se hai appena iniziato a insegnare yoga – e Viniyoga in particolare – saprai che l'unica cosa da fare è: accendere un cero a Krishnamacharya. È infatti scientificamente provato* che affronterai uno o più dei seguenti problemi.

1. Google maps

Hai finalmente trovato un posto dove avviare la tua radiosa carriera di insegnante. Modesto, pulito, strategicamente posizionato. Apri google maps: un altro corso a 50 metri dal tuo. E a 200. Altri 3 se arrivi fino alla metro (ma io sarò originale!).

2. Anonimato

Se non hai la fortuna di iniziare all'interno di una scuola già avviata, diciamolo: letteralmente non sei nessuno. E nessuno conosce il Viniyoga. Vino-yoga, sì. Vinyasa? Vabbè: YOGA.

3. Marketing

Quelli che incontri al bar, che senti al telefono, che ti scambiano per un amico sull'autobus: TUTTI vengono invitati al corso. Hai una locandina per facebook, un messaggio standard per whatsapp, la foto con gli #hashtag su Instagram: #yogaclass #yogaeverydamnday #loveyoga.

4. Minimalismo

Perché gli allievi ti fanno domande. C'è la musica? -No. Ci sono i mantra? -No. Meditazione sui chakra? -No. Lo yoga degli occhi? -No. Ma quella posizione che ci si mette sulla test... -No. Visualizziamo l'aura? -No. Famo er Tantra? -None. Ma che si fa? -Respira.

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5. Allestimento DIY

Fortunatamente ci sono tappetini a sufficienza - ma la coperta per il rilassamento portàtela da casa. Comprare cuscini da meditazione per tutti è l'investimento dei tuoi sogni, dopo la prima casa.

6. Due conti in tasca

Numero di allievi minimo necessario, quanti gli iscritti del primo mese, aggiungi il fattore di incremento stagionale (indecisi di metà novembre, buon-propositisti di gennaio, timorati della prova costume di aprile), sottrai l'indice di dispersione (perché fa caldo, perché vado a fare zumba, perché a giugno ci sono troppi aperitivi).

7. Omini

Gli omini sono diventati i tuoi migliori amici. Te li sogni pure la notte e sono il tuo primo pensiero appena sveglio i giorni di corso. Ami incondizionatamente tutti i tuoi omini.

8. Vietato ammalarsi

Al primo sintomo influenzale lasci perdere le cure naturali, l'ayurveda, i suffumigi: scatta il farmaco da banco, pena saltare un numero X di lezioni che andranno recuperate in data Y+D:B ad un costo Z/GxF:Pi greco.

9. Ricorrenze lessicali

C'è un italianista seduto in un angolo della tua mente che conta quante volte riesci a pronunciare in 60 minuti le parole: respiro,braccia, inspiro, sei ripetizioni, espiro, mento, colonna, lombare, rilassiamo, piedi.

10. In balìa del tuo ego

Tu credi di aver allentato un pochetto il tuo attaccamento all'ego... Nuovi allievi? Sono un mito. Qualcuno abbandona? Non valgo niente. Gli studenti sono concentrati? Avanti con questa voce suadente! Sono distratti? La mia lezione è una palla. E via dicendo.

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Proposte di soluzione

Per i più bhakti, c'è la possibilità di accendere un cero a Krishnamacharya – o a Shiva – o al Papa – insomma fate voi. Per gli analitici, ci sono i file excell per tenere tutto sotto controllo. Per gli ansiosi, c'è la mindfulness. Per tutto il resto, c'è la pratica – of course!

*Questo articolo si basa sui risultati attendibilissimi dello studio di una Università americana QuelleCheFannoStudiAssurdiCheNonServonoANienteENessuno

Cosa intendiamo con la parola consapevolezza? Intendiamo la pura attenzione silenziosa e non giudicante presente nel momento presente. E contemplare il corpo e la mente vuol dire osservare con questa attenzione le sensazioni fisiche, l’avvicendarsi di attrazione e repulsione nella nostra mente, il succedersi di emozioni e stati d’animo; vuol dire osservare i pensieri e le immagini che accompagnano gli stati d’animo.

Corrado Pensa da Il Silenzio tra Due Onde
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