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Meditazione (dal latino meditatio, riflessione) è un termine comunemente usato nelle lingue occidentali moderne per riferirsi ad una pratica (dhyāna, in sanscrito) usata per sviluppare una maggiore consapevolezza dei processi mentali, anche, e non solo, attraverso la coltivazione di stati di calma concentrata.

Esistono tantissime forme di meditazione, numerose delle quali provengono dall'antica saggezza dell'India tradizionale: tale ricchezza di forme meditative esistenti rende difficile definire in modo univoco la meditazione.

La scelta di una o un'altra forma meditativa può variare in funzione di una serie numerosa di parametri come ad esempio: il contesto sociale, religioso e culturale, il pubblico a cui si rivolge, le caratteristiche specifiche del praticante, i bisogni del praticante, ecc.

Per molto tempo la meditazione è stata considerata dominio esclusivo di qualche privilegiato. In India, tuttavia, la maggior parte delle persone praticano una forma o un'altra di meditazione.

“Ogni giorno” ­ afferma T.K.V. Desikachar, “nei villaggi, le donne si inchinano davanti al sole nascente, i bambini pregano prima di andare a scuola e i lavoratori anch'essi non fanno eccezione.

I tipi di meditazione sono molteplici, così come i metodi e le procedure.

Alcuni sono semplici e brevi, altri sono lunghi ed estremamente complessi.

Comunque” ­ continua Desikachar ­ “la meditazione crea una relazione intensa e profonda, la maggior parte delle volte con un'”Energia” o con un “Essere Superiore” (intervista, Viniyoga N°8).

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Patañjali con i suoi quattro discepoli, secondo la visione di Krishnamacharya

La meditazione negli Yoga­sūtra

Rifacendoci a Patañjali e ai suoi aforismi, che trattano ampiamente della meditazione e dei suoi effetti, ne otteniamo un insegnamento semplice e lineare: la meditazione è un processo di orientamento della mente in una direzione o verso un oggetto prescelto.

Tale orientamento, qualora ripetuto nel tempo, diventa un “abito mentale” che permette di ridurre le distrazioni, anche di fronte a stimolazioni sensoriali molto accattivanti.

Perché ciò si verifichi, l'oggetto dovrà essere gradito, desiderato (abhimata , YS I.39) o anche favorevole, conveniente, adatto (yuktam).

La scelta dell'oggetto di meditazione è quindi importante perché potrà influenzare la mente: un oggetto eccitante stimolerà la mente, un oggetto pacifico la calmerà. Sarà utile scegliere un oggetto adatto a ciascuna persona.

In presenza di un oggetto, la meditazione è di tipo sa-­bīja o sa-­viṣaya, con seme o con oggetto.

Quando non c'è più un oggetto su cui concentrarsi, allora la meditazione diventa nir-­bīja o nir-­viṣaya , senza seme o senza oggetto.

In questo tipo di meditazione, si tratta solo di diminuire il processo dei pensieri, che si può ottenere focalizzando l’attenzione mentale su un oggetto, lasciando che il movimento dei pensieri si riduca progressivamente fino ad arrestarsi completamente.

Meditazione e prāṇāyāma

Per usare le parole di Desikachar (intervista, Viniyoga N°8), “ci sono essenzialmente tre termini che significano meditazione, e sono: dhāraṇā, dhyāna e samādhi.

Sono citati da Patañjali e ciascuno di essi può voler dire meditazione. E ce ne sono anche degli altri, bhakti , ad esempio:

  • Bhakti, pregare il Signore, significa meditare.
  • Rimettersi a Dio, è meditare.
  • Recitare dei mantra , è meditare.
  • La pratica del prāṇāyāma , è anch'essa meditare e non vedo perché anche āsana non possa rientrare in tale accezione.”

Ciascun fattore dell'Aṣṭāṅga­-yoga ha a che fare con la meditazione, anzi ne è parte integrante.

Ma gli otto fattori dello Yoga di Patañjali possono essere anche considerati propedeutici l'uno all'altro al fine di realizzare il samādhi.

E, allora, in quest'altra ottica, gli esercizi respiratori (prāṇāyāma), costituiscono la fase preparatoria alla meditazione propriamente detta.

Gli esercizi posturali (āsana) sono una tappa preliminare agli esercizi respiratori e alla meditazione.

E i principi etici, primi nell'elenco di Patañjali, garantiscono, attraverso la loro presenza costante, l'esistenza e coesistenza degli altri fattori.

Rispettando il principio che la forma meditativa può variare in funzione del contesto sociale, religioso, culturale, ed altri parametri personali, la scelta del tipo di meditazione potrà variare e orientarsi non solo verso lo yoga ma anche verso altre tradizioni meditative come, ad esempio, la tradizione cristiana, buddhista, dell'Islam, ecc.

Cosa intendiamo con la parola consapevolezza? Intendiamo la pura attenzione silenziosa e non giudicante presente nel momento presente. E contemplare il corpo e la mente vuol dire osservare con questa attenzione le sensazioni fisiche, l’avvicendarsi di attrazione e repulsione nella nostra mente, il succedersi di emozioni e stati d’animo; vuol dire osservare i pensieri e le immagini che accompagnano gli stati d’animo.

Corrado Pensa da Il Silenzio tra Due Onde
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